giovedì 8 maggio 2014

The dark side

Maggio 2516
Greenfield - Oak town
Crazy Horse Saloon

La camera che ha affittato al saloon non è per nulla grande e in più devono dividerla in due. Per fortuna il suo coinquilino è una specie di commerciante e torna solo la notte, per dormire.
Con dei movimenti lenti, si sbatte sul viso l'acqua gelata contenuta dentro il catino posato al lavandino.  Il freddo gli scorre sotto la pelle, costringendo le spalle in alcuni tremiti.
Riprende l'acqua dal catino e la porta nuovamente al viso. Una volta ancora, ancora e ancora, finché non rimangono solo dei gesti irruenti e spruzzi incontrollati. L'acqua è finita, ma in un moto di rabbia il catino di ceramica viene fatto cadere a terra, mandandolo in frantumi.
-E' inutile. Non ti puoi lavare dallo sporco che hai dentro.-

La voce, più che conosciuta, fa rizzare la schiena al ragazzo in un moto d'apprensione. Si gira e lo trova, seduto sul letto che di solito occupa il suo compagno di stanza. Le lunghe gambe sono incrociate, i gomiti poggiati sulle ginocchia. Indossa un’apparente tuta da meccanico. Capelli neri e occhi incredibilmente chiari, su un viso che mostra tre cicatrici più un naso leggermente storto.
E' lui. O sarebbe meglio dire: una proiezione di se stesso.
-Perché quella faccia? Comunque, faresti meglio ad asciugarti, sembri un cazzo di cane bagnato.-
-Sto impazzendo?-
-Nay, caro mio. Sarebbe troppo facile altrimenti.- un ghigno malevo compare sul volto dell'Altro ragazzo. Un ghigno che non viene mai mostrato su quello del giovane meccanico. C'è anche un’altra differenza, la sua proiezione è completamente riposata, senza occhiaie e segni di malnutrizione.
Passano dei secondi di silenzio, mentre il Roser fissa se stesso con occhi spalancati, ma poi scrolla le spalle. Non è un pazzo, questo lo sa anche lui.
-Che cazzo vuoi?- domanda poi, secco.
-Qualcuno ha le balle girate, eh?- replica l'altro ironicamente -Comunque, come ti dicevo... Dovresti finirla con queste inutili crisi. Infondo, a che servono?-
- ... -
-Guardati! Non mangi, non dormi perché ti senti in colpa per quello che è successo e cerchi di lavar via la tua deviazione, ma poi ci ricadi. E' interessante, non trovi?- domanda il ragazzo con tono retorico e un sorriso ambiguo sul viso -I nostri compagni dicono che siamo troppo buoni, gli altri che siamo dei bastardi e dei traditori... So, who are we?-
-You are not me. No... non... Siamo.- sibila il meccanico, quasi sputando fuori quella parola.
-Oh sì che Siamo. Non puoi liberarti di me, perché io...- replica il sabotatore mentre si porta la mano al petto - sono la parte più vera di te.-
-Naye, non è vero! Io... io... I changed! Voglio esser un uomo migliore. Un uomo onesto... perché... non...-
-Aye aye, l'ho già sentita questa storia... però non liberai il 'Rim con questo comportamento. E di sicuro non lo farai distruggendoti giorno per giorno, in nome di fottuti sensi di colpa.- replica il sabotatore con aria quasi annoiata, mentre sbuffa.
-Certo che lo farò! Ed è proprio questo... il fatto che io sto male... che ...-
-Ah davvero? Facciamo due conti, ti va?- domanda il sabotare al meccanico con tono retorico, mentre gli indica sbrigativamente l'altro letto vuoto. Non ci pensa due volte, va a sedersi.
-Bene. La farò breve, prendo le cose più importanti, sennò dovremmo stare qui a parlare per giorni interi. Cosa ti ha portato questo tuo comportamento da santarellino?-
-Ad essere una persona migliore, mi ha permesso di trovare una famiglia.-
-Tze. Famiglia... di cui metà non la puoi vedere perché altrimenti li metteresti in pericolo. Poi... vediamo... ah già, la nostra donna. L'hai persa. Lars è anche lui su quella via, lo vogliamo proteggere da noi stessi e per farlo dobbiamo stargli distanti.-
-Da te...-
-Da noi... Myar e il ranch ti detestano per quello che hai fatto, perché infondo sai che è stata colpa tua. Hai combattuto a Bullfinch ed è finita male. E... Jade e il Dottor Stone...-
-Non dovresti neanche nominarli!- sbotta il meccanico, mentre un ghigno sadico compare sul volto del sabotatore.
-Li hai traditi, già. Certo, per una buona causa... ma gli hai fatto del male. E ora ti detestano, gli fai schifo.- Si ferma e lo guarda con un ghigno ironico -Non c'è che dire, hai fatto veramente un ottimo lavoro.-
Il giovane meccanico di Boros ha le mani nei capelli, mentre il viso è abbassato per guardare il pavimento in una smorfia dolorante.
-Io... io... you know. Non avevo scelta, non ce l'abbiamo mai avuta. Tutto quello che... che ho fatto... it's for my debt, for my people.-
Il viso del giovane sabotatore assume un espressione più seria, simile a quella che assume in molte occasioni quello del meccanico. La voce cambia, facendosi meno tagliente.
-Lo so, we never had a choice. Ciò non toglie che abbiamo fatto delle cose orribili... ma le abbiamo fatte per una giusta motivazione no?-
-Aye.-
-Non possiamo tornare indietro, lo sai meglio di me. Non possiamo cancellarle e non possiamo giurare che non le rifaremo mai più, perché se ci trovassimo di nuovo in quelle situazioni... faremmo le stesse scelte per la stessa motivazione-
-Non lo so... non credo che... well... non..-
-Racconti balle, io sono te e so che le faresti di nuovo.-
Il giovane meccanico rialza gli occhi azzurri su quell'altra figura appollaiata sul letto opposto al suo e ci vede solo un incredibile, ferrea, decisione. Lo sente all'altezza dello stomaco. Gli dispiace per il male che ha provocato, ma sa che non fosse stato veramente convinto che era necessario non si sarebbe mai comportato così.
-Bravo ci sei arrivato. Quindi ora dimmi... perché continui a cacciarmi via? Io non sono il male, non sono "cattivo", sono solo una parte di te. Una che ti può aiutare.- una smorfia di delusione compare sul viso del sabotatore. -Perché semplicemente non accetti me e la realtà? -
-Non posso, sarebbe sbagliato.-
-Certo che puoi, it's easy. Abbiamo fatto delle cose terribili, dei sacrifici enormi e andremo all'Inferno, per cosa? Per salvare un pianeta corrotto e marcio come Safeport? Per permettere agli altri di vivere onestamente e liberi mentre noi siamo Condannati?-la domanda è detta con una calma glaciale. -E' giusto continuare su questa via? Ne è valsa la pena? -
-Ne varrà sempre la pena.- replica il meccanico dopo qualche istante, con tono di voce fermo, rialzando gli occhi azzurri contro quelli della sua proiezione. Identici.
-Allora non c'è altro da discutere no?- replica l'altro, con un sorriso pacato sul viso -I tuoi sensi di colpa, le tue reticenze, sono controproducenti perché ti bloccano dall'usare veramente le tutte le nostre capacità e il nostro cervello... Non salverai il rim così. -
E per una volta, una volta soltanto, il meccanico sente che quelle parole non gli sono così sbagliate come aveva sempre pensato. Oramai ha perso tutto quello che una vita onesta poteva dargli, l'ha bruciato per una Causa più grande di lui, che forse non vedrà mai.
Non può tornare indietro e non può essere l'uomo che vorrebbe, quindi l'unica cosa da fare è andare avanti attraverso i giorni oscuri.
-John una volta ha detto che avrei dovuto scegliere una strada e seguirla, fregandomene del resto.-
-John ci prende, alcune volte. Che cosa farai?- Domanda attento il sabotatore verso di lui, mentre si alza dal letto e si stiracchia le gambe.
-Ho fatto delle cose orribili, per il bene del rim. Ho rinunciato alla mia famiglia, per il rim. Ho condannato la mia Anima, per il rim...-  fa una pausa, mentre la figura dell'altro si fa più sfocata -Quindi non accetterò un fallimento, costi quel che costi. Anche se dovessi sporcarmi le mani più di quanto una persona onesta dovrebbe fare.-

E all'improvviso è di nuovo solo in camera, a fissare il proprio riflesso nello specchio sporco appeso sopra il lavandino. Sbatte un paio di volte gli occhi azzurri, mentre un senso di vuoto compare all'altezza dello stomaco. Osserva il c-pad poco distante che segna debolmente l'ora in una proiezione sulla parete. E' stato a parlare quaranta minuti con il suo cazzo di Io interiore.