giovedì 24 aprile 2014

The Debt

Non ci son delle mani bianche e scheletriche si sporgono verso di lui per afferrarlo nel buio. Non ci sono dei visi eterei che fluttuano nell'aria chiedendo di essere vendicati. Non c'è una moltitudine di anime che si confondono tra di loro, fino a rendere impossibile vedere.
Non c'è niente di astrale in quello che gli si affolla sotto le palpebre durante la notte. Ci sono invece ricordi precisi, realistici, mai sbiaditi nonostante gli anni passati.

Sono i ricordi della sua intera vita e delle persone che ha incrociato, che non è riuscito a salvare. Una vita troppo complicata per appartenere ad un ragazzo di soli diciannove anni ed una vita troppo vera per poter sperare che non sia la sua.

Per il meccanico non ci sono ammucchiate di anime senza logica, ma un freddo elenco di ogni singola persona. Tutti trovano il proprio posto nella collocazione nei suoi ricordi.
Non può scordare ogni singolo corpo che ha visto squagliato dai bombardamenti. Se volesse, con un po' di tempo, potrebbe contarne il numero esatto.
Non può scordare i dettagli delle persone che gli sono passate affianco, prima di morire in guerra o fuori da essa.
Non può scordare neanche quelli che sono morti o sono nei guai proprio per causa sua, perché non è riuscito a salvarli o perché è stato lui ha condannarli.
Lui non dimentica i Morti e neppure i propri Sensi di Colpa.
Non potrebbe farlo neanche se volesse, perché lui Ricorda. Non può scegliere cosa fare, non ha mai potuto scegliere. Lui è l'unica cosa che permette di non rendere inutile il sacrificio di quelle persone. Loro non hanno più voce, lui invece deve trovarla per tutte le figure che gli scorrono davanti nella notte.
Lelaine gli ha detto che gli uomini cercando di allontanare e nascondere i pensieri che li provocano dolore, per proteggersi dall'impazzire. Forse è questo che gli sta succedendo, sta impazzendo, perché al contrario delle personi normali, lui non può sperare di cancellare dalla mente quello che ha visto o che ha fatto.  No, non è un pazzo. Ha imparato a razionalizzare il dolore tempo fa, ma non ad dimenticarlo. E' una costante, qualcosa che lo logora nel profondo. Vorrebbe essere una brava persona, ma è meglio che si sporchi lui l'anima, lasciando intatta quella degli altri.
Dio l'ha salvato molte volte della morte e solo all'inizio dell'ultima Guerra ha capito perché. Perché lui è Responsabile di chi non è riuscito a proteggere e di quelli che ha condannato. Deve espiare tutte le proprie colpe e mancanze.
Deve ancora pagare per tutto quello che gli è stato concesso immeritatamente. Degli anni in più, una famiglia, degli amici, l'amore, la possibità di combattere... Lui sa di non averne diritto. Sa che avrebbe dovuto morire come sua madre per permettere ad altri, migliori di lui, di vivere.
Lui è solo uno strumento.
Uno strumento per evitare che il loro sacrificio sia stato vano. L'unica cosa che può fare è aiutare i vivi al meglio delle proprie possibilità. Aiutarli a rialzarsi ed a vivere liberi nella propria terra. Deve ripagare il debito con quelle persone, poi sarà finalmente libero o forse, semplicemente, non servirà più .

Ci sono altri volti gli si affollano nella mente di recente. Quelli del Dottor Stone e di Jade.

Li ha traditi ed è una cosa che non riesce a perdonarsi. Loro non sono 'corer, loro non se lo meritavano. Jade l'ha sempre aiutato, l'ha difeso e il Dottor Stone ha salvato Bullfinch dalla fame e dalla miseria.  Sono brave persone.
Si aggiungono all'elenco che sogna ogni notte e hanno un posto in primo rilievo. Avrebbe voluto proteggerli e invece è causa delle loro disgrazie, anche se loro non lo sanno. Gli s'insinuano sotto il cuore, con il loro sorriso dolce e amichevole. Sorriso che lui ha tradito. Potevano morire e solo lui ne sarebbe stato responsabile.

Il giovane meccanico si sveglia di soprassalto nel monolocale che il Dottor Stone gli ha ceduto in affitto. Il petto nudo è completamente bagnato di sudore, così come la fronte e buona parte delle lenzuola. Sbarra gli occhi nell'oscurità, mentre cerca di regolarizzare il respiro, tirandosi a sedere.

Poggia i piedi nudi sul pavimento e il freddo sotto le piante lo aiuta a cercare di tornare alla realtà. Le mani s'infilano tra i capelli aggrovigliati, mentre il busto viene piegato in avanti, alzandosi e abbassandosi in un respiro irregolare.

-I'm sorry. I'm so sorry... but I have no choice. I've never had it. I have a debt to pay and no matter how much it will cost.-