giovedì 4 luglio 2013

Disappeared - Part II

È giá troppo tardi, sí.

L´allarme suona all´impazzata e oramai é chiaro a tutti che sta per succedere qualcosa di catastrofico.
Il ragazzo di Boros scatta rapidamente in piedi, mentre un´altra forte vibrazione fa tremare la nave.
Si slancia in avanti e prova ad agguntare per un braccio il contractor che poco prima lo aveva scaraventato a terra per non farlo accedere alla sala macchine.
Non c´é tempo, lui sa esattamente cosa sta per succedere e non c`é tempo.
-Dobbiamo andarcene, scoppierà tutto.-
-......-
Il contractor non risponde, é gelato dalla paura e inebitito dall´acuto suono dell´allarme e ipnotizzato dalle luci intermittenti di emergenza.
Il giovane meccanico lo fissa per un altro istante, poi gli tira uno schiaffo in pieno viso, per farlo tornare presente. Ha paura, il giovane cuore batte fino in gola, ma l´istinto di sopravvivenza é più forte. E´ quell´istinto, insieme alla vita passata in guerra che gli permettono di ragionare e di muoversi.
L´uomo riprende il controllo di sé e quindi il ragazzino comincia a correre come un forsennato in direzione del piú vicino pod di salvataggio.

-Qui é il capitano! I passeggeri si dirigano con calma in direzione dei pod. Restate calmi!-
La voce del capitano rimbomba cupa e piena di ansia negli autoparlati, ma l´allarme é stato dato troppo tardi, lui lo sa bene.
Anche il ragazzo lo sa bene e ne é certo quando una scarica elettrica attraversa prepotentemente la nave.
E´ giá troppo tardi.

Il giovane meccanico e il contractor vedono peró la loro salvezza nel pod di salvataggio qualche metro piú avanti, ma intorno a loro sta scoppiando l´Inferno. La gente urla, alcune paratie interne si crepano pesantemente, l´allarme suona, le luci rosse si accendono e si spengono, i cavi cominciano a staccarsi dalle proprie sedi. La gente corre.
Una donna mezza svestita aiuta un uomo con una vistosa ferita alla gamba, che non gli permette di camminare. Sbucano da un corridoio laterale, poco dietro il ragazzo e il contractor.
Si fermano per un istante irreale, si guardano a vicenda, la donna allunga una mano verso di loro, gli occhi spalancati nel terrore.
-Help us!-
E´ un attimo. La paratia sopra di loro si stacca e piomba verso il basso con l´inclemenza della lama di un boia al patibolo dei condannati. Vengono schiacciati entrambi e i loro corpi sono ingarbugliati insieme al metallo.
Il ragazzino scatta in avanti, mosso da un altro istinto che non puó sopprimere, quello di aiutare il piú possibile. La mano del contractor prova a fermalo, ma non ce la fa.
-Lascia perdere! Andiamo!-
-Dobbiamo aiutarli!-
-Andiamocene via!-
Il contractor l´osserva e poi comincia a correre verso il pod di salvataggio poco piú avanti. Non vuole morire in una fottuta macchina volante, non importa chi rimane indietro.
Il ragazzino e´ mezzo alla lamiera, da cui provengono gemiti soffocati di dolore. Sposta qualche pannello e trova l´uomo con una scheggia piantata in gola. Non c´è speranza per lui. Le mani del ragazzo sanguinano. Si é tagliato.
La donna peró comincia a emergere dalle lamiere, anche se é completamente ricoperta di sangue dalla testa ai piedi.
Non ci pensa due volte, non pensa in realtá.
Agguanta la ragazza e se la carica in spalla, correndo nella direzione del pod, anche probabilmente in contractor non gli avrá aspettati, mentre oramai la nave e´ prossima al collasso.

Incredibilmente il contractor é di fronte al pod e sta imprecando. Non li ha aspettati, ma non ha potuto muoversi. La scarica elettrica di pochi secondi prima ha fritto il sistema che governa il lancio dei pod. Sono in una trappola mortale.
-Non funziona! Shit! Non funziona! Non funziona! Siamo morti! Morti!!-
La paura regna sovrana in tutti e tre, anche se la donna é praticamente incoscente. Viene appoggiata a terra con delicatezza, nonostante la situazione. Il ragazzo stringe gli occhi e abbassa il capo, sembra quasi pregare.
Un secondo dopo estrae un attrezzo dal cinturone che aveva preso in cabina prima di uscire e si fionda sul pannello di controllo, oramai andato. Non sa neanche lui cosa sta facendo, ma non vuole morire lí.
I ricordi dell´addestramento scorrono veloci nella sua testa e le mani si muovono meccanicamente. Forza il sistema, gli fa arrivare energia da una conduttura secondaria ancora intattata. Sa che non durerá molto, ma é l´unica cosa che puó fare.

La porta del pod si spalanca e il contractor acchiappa la donna e si fionda dentro,l´espressione scioccata e trasformata dalle troppe emozioni che ha subito in pochi minuti.
Il ragazzino si lancia nel pod un secondo dopo, mentre dal corridoio della sala macchine comincia a espandersi l´esplosione oramai inevitabile.  Le porte stagne si chiudono dietro il gruppetto e il ragazzo e´ a carponi, essendosi lanciato in avanti.
Il contractor schiaccia il pulsante per l´espulsione e il pod schizza fuori dalla paratia della nave. L´onda d´urto dell´esplosione peró é troppo potente e li investe, facendo schizzare il guscio di salvataggio in una danza frenetica e irregolare.
Il giovane meccanico batte con violenza la testa contro la paratia del pod, non avendo fatto in tempo a legarsi alle cinture di sicurezza.

Arriva il buio.