mercoledì 26 settembre 2012

E la gioia che c'è in noi...





"Questo è il tempo in cui, sperare non è facile. E la gioia che c'è in noi, nel vento vola via..."


Quante volte mi è venuta in mente questa frase. Così tante che forse ne ho perso il conto.
Nel 'rim gli adulti non hanno più gioia, non sanno più sperare. Li guardi e vedi solamente disperazione e dolore.
Hanno perso tutto, non hanno più niente... Neanche se stessi.
Pensano a quello che erano prima della Guerra e a come sono ora. Si crogiolano nel dolore della perdita della loro vita.
Molti non hanno ripreso a vivere, li guardi e capisci che sono morti dentro. Hanno rinunciato a qualsiasi moralità, sono dei criminali. Ma non erano così, non tutti erano così prima della guerra.
La gioia vola via, non c'è più nel mondo in cui vivo.

A volte qualcuno mi chiede come faccio a ridere e a scherzare dopo tutto quello che è successo.
Dopo che ho visto la gente del mio pianeta decimata dalle bombe.
Dopo che la fattoria di mia madre è saltata in aria, con lei dentro, quando avevo 10 anni.
Dopo che ho portato i messaggi tra un paese e l'altro rischiando di farmi ammazzare dalle pallottole dell'Alleanza.
Dopo che sono stato portato ad Hera a soli 12 anni per fare dei turni massacranti di 14 ore, in modo da produrre armi per l'esercito indipendentista.
Dopo che ho visto la Serenity Valley con appena 15 anni sulle spalle.

Dopo che...

Basta, non voglio andare avanti con l'elenco, riuscirebbe solo a farmi deprimere e io non posso essere triste.
Già, proprio per questo io rido e scherzo. Non si può essere tristi in questo mondo, perchè la nostra vita lo sarà di conseguenza.
Per loro la mia vita, così come quella di tanti altri ragazzi come me, è qualcosa di anormale . Loro hanno avuto un'infazia, sono stati bambini, poi ragazzi, poi uomini e poi soldati...
Io no, non so se sono arrivato all'infanzia.
 
Non sono mai stato un bambino, ma è stata comunque la mia vita.
Loro provano dolore per la vita che gli è stata rubata, che gli è stata portata via con la forza. A me non è stata concessa la possibilità di provarla, io ho solo questa.

Per me è normale vivere così, non conosco nessun'altro modo.
Io non mi sono addormentato con ninnananne, bensì con i rumori della catena di montaggio per le armi.
Non ricordo che cosa si prova a ricevere una carezza, ricordo solo il freddo dei cadaveri e il caldo della fabbrica.
Non ricordo cosa vuol dire abbracciarsi, ricordo solo quando ci si teneva stretti per difendersi dalle bombe che piovevano del cielo.

Quindi quando qualcuno mi chiede come faccio a ridere e ad essere allegro la mia riposta è:
"Rido perchè sono vivo, perchè la guerra non mi ha portato via niente. La mia vita rimane la cosa migliore che ho."